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Burn the flag, burn it!

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“I pledge allegiance, to the flag, of the United States of America.

And to the republic, for which it stands, one nation under God.
Indivisible, with liberty and justice for all.”

Ogni mattina milioni di persone in USA sono obbligate a pregare di fronte ad un oggetto, e a promettere fedeltà all’istituzione che direttamente rappresenta. Non parliamo di un crocefisso o della Pietra Nera della Mecca. Parliamo di milioni di studenti che a scuola si devono alzare in piedi e recitare la preghiera del Pledge of allegiance di fronte alla bandiera a stelle e strisce. Non importa quanti giri di parole abbiate da sprecare per giustificare questa moderna idolatria, ma per me non esiste alcuna differenza tra essere obbligati a pregare di fronte ad un crocefisso e a pregare di fronte ad una bandiera. Non esiste alcun argomento al mondo che potrà farmi cambiare idea del fatto che il nazionalismo altro non è che una variante laica di una religione estremista. È lo stesso principio di base, ovvero il bisogno primordiale degli uomini di idolatrare un simbolo tribale che unisce una comunità.

Ora, con l’ultimo tweet strampalato di Trump (“Nobody should be allowed to burn the American flag – if they do, there must be consequences – perhaps loss of citizenship or year in jail!”) siamo arrivati alle conclusioni più logiche di questo estremismo. Infatti, se la bandiera è sacra, chi la dissacra è un eretico che deve essere punito. Non li bruciamo più gli eretici, semplicemente gli togliamo la cittadinanza e li buttiamo in cella, perché viviamo in democrazie moderne che non hanno niente a che fare con teocrazie come l’Arabia Saudita, giusto?

Probabilmente tutto finirà nel dimenticatoio fra un paio di settimane ma è scandaloso che il prossimo presidente degli USA possa solo proporre una cosa del genere. Mentre tutti gli altri proclami di Trump sono stati più che altro boutade per attirare attenzione e voti senza vere e proprie proposte legislative (messicani stupratori, Cina che ruba lavoro e cavolate del genere) questa è una delle prime volte in cui Trump specificatamente suggerisce la pena per un crimine. Un crimine che tra l’altro non esiste. Infatti, sorpresa sorpresa, è legalissimo bruciare la bandiera americana. E Trump è in buona compagnia perché fu proprio Hillary Clinton per ben due volte a proporre tramite il “Flag Protection act of 2005” di punire fino ad un anno di prigione chi brucia la bandiera americana. Ma sono sicuro che i milioni di contestatori di sinistra che ora bruceranno le bandiere in strada contro Trump non hanno la minima idea che se avesse vinto la Clinton avremmo avuto la stessa legge. E nessuno avrebbe protestato.

Al di là della politichetta statunitense bruciare la bandiera è l’atto più sovversivo e squisitamente liberatorio (nel senso letterale del termine) che un individuo possa compiere. La bandiera simboleggia un collettivo a cui siamo associati forzosamente e il cui unico obiettivo è quello di costringere l’individuo al sacrificio.

Solo chi è libero ha il lusso di poter bruciare un simbolo che rappresenta il valore più meschino della collettività. L’atto del sacrilegio appartiene a chi, compresa la natura tirannica dell’appartenenza forzata ad una religione, decide di liberarsene. E se vi sentite offesi che la vostra bandiera sacra viene bruciata, beh come dice Stephen Fry a chi si dichiara “offeso”: “Well, so fucking what?”


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