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Perché i lavoratori di Amazon sbagliano a scioperare

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Post molto difficile da scrivere e che sicuramente attirerà critiche da destra e da manca (letteralmente) ma doveroso visto che qui siamo libertari. Libertari che hanno a cuore due cose: la dignità delle persone e la libertà di scelta.

Da più parti pare che esistano prove delle pessime condizioni di lavoro nel settore magazzino di Amazon non solo in Italia ma anche nel resto del mondo. Non mi risulta che esistano casi giudiziari in corso (ma correggetemi se sbaglio) quindi tutto all’interno della cornice legale, ma se dobbiamo credere a ciò che viene denunciato quotidianamente nel settore magazzino/spedizioni di Amazon il caso è assolutamente deprecabile e deve essere denunciato. Il rispetto delle persone viene prima di tutto ma anche a pari merito viene la libertà di poter scegliere se aderire alle clausole di un contratto e il rispetto per altre persone che non sono coinvolte nella diatriba tra lavoratore e datore di lavoro.

Cosa significa? Significa, papale papale, che se di un rapporto consensuale (lavorativo, affettivo ecc.) non ci piace qualcosa possiamo certo protestare ma poi se le cose non cambiano abbiamo la libertà di rescindere il rapporto e andarcene. Ora, parlare di lasciare un lavoro che non rispetta la dignità delle persone in un mondo dove esiste una giungla di leggi, leggine e clausole che proteggono lavoratori, datori e quant’altro fa un po’ ridere. E’ un po’ come parlare di libero mercato in un paese occidentale nel 2017: unicorni e elefanti rosa insomma. Troverai sempre qualcuno che ti dirà che la Costituzione garantisce questo o quest’altro e che “se lascio dove trovo lavoro?!” ecc. ecc.

Ma qui scriviamo per chi come libertario vive in questo mondo utopico e di questo fantastica: in un mondo libertario se le condizioni di lavoro non ti piacciono si parla con il datore e se le cose non migliorano si lascia. Ed è quello che farebbe il sottoscritto ovviamente, sottoscritto che ha visto decine di compagnie veder andare via i migliori talenti perché miopicamente non sono state in grado di cambiare internamente o di trattarli dignitosamente. Perché è questo il punto che molti non vedono: sono le stesse compagnie a perderci se i propri lavoratori sono insoddisfatti e se ne vanno. Decine di studi hanno dimostrato che un posto di lavoro dove i lavoratori sono felici è un posto di lavoro dove i lavoratori lavorano di più. Ho sentito con le mie stesse orecchie persone che sconsigliavano pubblicamente o su web di andare a lavorare per X compagnia. E chi ci va lo fa a proprio rischio e pericolo, ma ognuno è diverso e a parità di condizioni c’è chi non ha problemi a lavorarci e chi invece preferirebbe di no. Ogni lavoro ha pro e contro e di volta in volta decidiamo se il gioco vale la candela oppure no. Un lavoro che avremmo accettato a 18 anni non lo accetteremmo a 40 anni. Ed è tutto relativo anche in base ad esperienze passate e alla cultura:  certe culture accettano certi tipi di lavori altre no. Ed è grazie a questo che alcuni lavori vengono accettati da minoranze che le maggioranze non vogliono più fare.

Se Amazon insiste a trattare i propri lavoratori in questo modo ci perde Amazon stessa a lungo andare. Magari non vediamo i risultati negativi oggi o nei prossimi mesi ma negli anni a venire le perdite si vedranno. Ecco perché gli scioperi non servono a niente se non ad esacerbare gli animi e a danneggiare chi, come i clienti o altri dipendenti Amazon di altri dipartimenti, non c’entra nulla con tutto questo.

Da viaggiatore di aerei settimanale a volte mi chiedo con che coraggio i radarmen francesi (sempre loro ovviamente) possano scioperare e rovinare la vita di milioni di persone nei giorni festivi (sempre a ridosso delle feste mi raccomando). Che moralità possa avere una persona del genere che non pensa ai danni che le proprie azioni possano avere sulla vita degli altri? Come si può dormire sonni tranquilli sapendo che hai rovinato la vita a milioni di persone per quello che consideri un “diritto”?

Con lo stesso ragionamento come si può dormire sonni tranquilli sapendo di aver ritardato una spedizione importante ad un cliente (non parlo di oggetti frivoli ma di migliaia di spedizioni importanti per lavoro, famiglia e urgenze) e aver rovinato indirettamente la vita dei propri colleghi di altri dipartimenti?

Protestare è indispensabile, contrattare è legittimo ma scioperare è un modo barbaro di ricattare i datori di lavoro e danneggiare persone terze. Meglio lasciare un posto del genere e andarsene da un’altra parte, anche fisicamente in un altro paese se non si trova lavoro localmente. Il lavoro non è un diritto naturale dell’uomo (anche se le socialdemocrazie ci hanno fatto credere in questo modo) e soprattutto non è un diritto averlo a cinque minuti da casa. Il lavoro si cerca dove si trova e questo significa anche dover trasferirsi all’estero come molti milioni di noi hanno fatto.


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